Il documentario Guatemala

Nel 2002 abbiamo realizzato un documentario sulla storia del Guatemala dal 1944 al 1996 e sulla situazione attuale dopo gli Accordi di Pace, prodotto da Brigate di solidarietà e per la pace, Comunicazione Antagonista, Centro di Documentazione di Pistoia e Incidencia Democratica.

Per avere il dvd brisop@inventati.org

NOTE SUL DOCUMENTARIO “GUATEMALA”

1. CONTENUTI ED OBIETTIVI.

Il Centro di Documentazione di Pistoia, Incidencia Democrática[1] e “comunicazione antagonista”, unitamente a singoli tecnici indipendenti, hanno realizzato il documentario  “GUATEMALA” che ha assunto, come base iniziale di ricerca, due grandi temi:

– la guerra civile che ha sconvolto il paese per 34 lunghi anni,  dal 1962 al 1996;

– gli eventuali risultati concreti che gli Accordi di Pace, firmati il 29 dicembre 1996 tra guerriglia e governo con le Nazioni Unite come garanti della verifica applicativa, hanno portato alle masse popolari.

Gli obiettivi che si sono perseguiti attraverso lo sviluppo di questi due temi possono così sintetizzarsi:

– far conoscere l’eroica lotta del popolo guatemalteco contro la oligarchia del proprio paese e l’imperialismo nord americano;

– contribuire a smascherare, nelle nostre realtà, la manipolazione della categoria “terrorismo”, usata da chi, poi, lo pratica concretamente come stato;

– analizzare la funzione che assolvono globalmente le politiche  neoliberiste. 

Per analizzare il periodo della guerra civile e le sue motivazioni storiche immediate – derivanti dal rompimento della legalità costituzionale e politica causato dal colpo di Stato, voluto organizzato e diretto dalla CIA nel giugno del 1954-  non c’erano molte verità da “scoprire”.  

I fatti allora accaduti ed i relativi motivi storici, politici ed economici erano stati  attentamente analizzati da una Commissione delle Nazioni Unite che nella sua relazione conclusiva[2], resa pubblica dopo tre anni di lavoro e naturalmente  ignorata dall’informazione ufficiale, fissava al di là di ogni dubbio le responsabilità, dirette ed indirette, dei governi nordamericani nel genocidio del popolo guatemalteco[3].

Su questo tema, il problema, non radicava dunque nel “dimostrare” ciò che già era chiaramente dimostrato.

Il problema era costituito dall’utilizzare questa documentazione, essenzialmente quella prodotta dalle Nazioni Unite, in maniera corretta e comprensibile affinché a tutti risultasse chiaro il ruolo avuto in Guatemala  dagli Stati Uniti, così come  i pretesti e le false conclusioni che i loro governi avevano utilizzato per giustificare le loro azioni criminali contro il popolo di questo paese.

Le evidenti estrapolazioni che si derivano da questo primo tema risultano, oggi, particolarmente opportune nelle nostre realtà: esse si configurano, cioè, come un contributo allo smascheramento dei modelli politici e culturali che criminalizzano come terroristiche le lotte implementate dai movimenti popolari, dentro e fuori dal nostro paese, per il superamento del modello neoliberale.

Per analizzare il secondo tema, documentare e valutare gli eventuali risultati concreti fissati negli Accordi di Pace a favore delle masse popolari, non era invece disponibile –come era naturale aspettarsi- nessun lavoro paragonabile a quello fatto dalla Commissione delle Nazioni Unite sulle cause e sulle responsabilità della guerra civile. Nonostante tutto, il colpo di Stato della CIA, la guerra civile, il genocidio, erano aspetti che, per quanto terribili, appartenevano al “passato”; mentre l’inadempienza degli Accordi di Pace polarizzava le contraddizioni presenti.

Si trattava quindi, per questo tema, di assumerne il compito in prima persona.

Dalle attività di ricerca documentale, dalle investigazione di campo, dai contatti ed incontri con persone ed associazioni, realizzate per la stesura stessa del documentario, è apparso evidente che l’applicazione degli Accordi di Pace risulta congelata e, per alcuni punti d’agenda, addirittura arretrata rispetto ai risultati dell’immediato dopoguerra (1997-1998); uno dei casi evidenti, per fare un esempio importante, riguarda gli Accordi relativi alla riconversione dell’esercito.

Questo congelamento e questo arretramento, trovano le loro concrete cause nell’implementazione in Guatemala delle politiche neoliberiste che organicamente eliminano ogni possibilità di destinare  risorse ed investimenti per obiettivi da queste giudicati improduttivi; e le risorse necessarie per la creazione di condizioni adeguate alla realizzazione dei profondi cambiamenti strutturali definiti negli Accordi di Pace -identità e diritti dei popoli indigeni, riforma agraria, riforma fiscale, riconversione delle forze repressive-  sono per definizione investimenti improduttivi.

Si evince così che le cause dell’inadempimento degli Accordi risultano sussunte nel più amplio problema  della globalizzazione neoliberista.

In questo quadro generale, la specificità guatemalteca  è data dall’esistenza della “mafia del crimine organizzato”, così come viene chiamata nel paese, i cui interessi sono quelli che prevalgono dietro l’attuale governo e che gestisce in proprio enormi capitali funzionali alle strategie neoliberali .

Questa mafia è essenzialmente un prodotto del modello di Stato controinsurrezionale del periodo della guerra civile che permise a certi settori delle forze armate una totale impunità, giustificata dall’obiettivo di distruggere la guerriglia. Questa impunità  rese possibile la costruzione di una rete criminale che controllò dogane, spazio aereo, strutture istituzionali. Si ebbe così una sorta di accumulazione finanziaria  sufficiente a questi settori, per entrare nel circuito del grande capitale. Questo capitale, evidentemente, è organicamente legato ad una riproduzione rapida che non ha interessi ad investire nella struttura produttiva nazionale; ed è anche questo che lo converte  nel socio più adatto per le politiche neoliberali implementate dagli Stati Uniti.

2. STRUTTURA DI REALIZZAZIONE DEL DOCUMENTARIO.

Il metodo utilizzato per fissare gli obiettivi generali e specifici qualificanti il documentario, è stato quasi esclusivamente quello dell’intervista; la trasmissione orale, cioè, delle esperienze politico-militari, sociali, sindacali e personali di differenti protagonisti del periodo storico considerato (1944-1996) e dell’attualità (2002). Dai circa 4200 minuti di interviste, ne sono stati enucleati 50. I protagonisti che intervengono in questi 50 minuti,  rappresentano uno spettro bilanciato dei differenti livelli di responsabilità delle realtà che intervennero nella lotta passata e che sono presenti in quella attuale: guerriglieri, studenti, professori, sindacalisti, contadini, etc. Per esempio, nel caso delle organizzazioni politico-militari, le interviste si spostano dal Comandante in Capo al semplice combattente.

Nel documentario hanno spazio 25 presenze, così suddivise: 12 ex guerriglieri (di cui 3 donne),   3 sindacalisti, 4 dirigenti politici del partito Alianza Nueva Nación, 1 professore universitario, 1 ex studentessa ora giornalista, 1 analista politico, 1 bambino figlio di ex guerriglieri, 2 funzionari delle Nazioni Unite.

Oltre alle interviste, il documentario ha una durata complessiva di circa 69 minuti, il materiale visivo utilizzato proviene da:

-filmati, foto e documenti d’archivio per accompagnare la parte iniziale di commento ritenuta indispensabile per permettere la comprensione del contesto storico su cui si inserisce il nucleo vero e proprio del lavoro;

-riprese filmate in loco, quasi esclusivamente utilizzate nella parte in cui si sintetizzano le devastanti conseguenze socio-ambientali della applicazione del Plan Puebla Panamá nella regione del Petén.



[1] Incidencia Democrática è una OnG guatemalteca che fornisce appoggio diversificato alle organizzazioni popolari e sindacali della sinistra  del proprio paese.  I componenti di Incidencia Democrática hanno tutti militato nelle organizzazioni  della ex guerriglia guatemalteca.

[2] La Commissione di Chiarimento Storico (CEH), che la ex guerriglia riuscì ad imporre al governo guatemalteco durante i colloqui di pace. La CEH dette a conoscere la sua relazione, “Guatemala Memoria del Silenzio”, il 25 febbraio del 1999.

[3] La popolazione guatemalteca, che nella decade degli anni Ottanta si aggirava sui 10 milioni, ha patito più di 200.000 morti, 626 villaggi totalmente distrutti, 1.000.000  di profughi scappati dai loro villaggi o dalle loro città in altri luoghi del paese o all’estero.