IL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DI PISTOIA INVIA AL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE UNA PETIZIONE AFFINCHÉ SIANO PERSEGUITI MANDANTI ED ESECUTORI DEL GENOCIDIO DEL POPOLO GUATEMALTECO
Le ragioni dell’appello
Premessa: "La memoria del silenzio"
Il 25 febbraio del 1999 a Città del Guatemala fu presentata la relazione ufficiale della "Commissione per il Chiarimento Storico" (CEH) che aveva avuto formalmente origine all’interno dei colloqui di pace ufficiali, tenutisi, sotto l’appoggio e la pressione-controllo dell’ONU, tra la guerriglia (URNG) ed il governo guatemaltechi, con il compito di investigare le violazioni dei diritti umani avvenute nel Paese durante il lungo periodo della guerra civile e di individuarne le cause interne ed esterne.
La CEH ha lavorato dal 31 luglio 1997 al 24 febbraio 1999, impegnando 269 professionisti, tra i quali 142 guatemaltechi, con lo stato giuridico previsto dalla "Convenzione sulle Prerogative e Immunità delle Nazioni Unite", e con un finanziamento di circa 10 milioni di dollari USA, fornito da 14 Paesi, di cui 10 europei, e dalla Fondazione Ford. La sua indagine ha avuto limiti ben definiti: nell’Accordo era infatti stabilito che " i lavori, le raccomandazioni e la relazione finale della CEH non individueranno responsabilità, né avranno propositi o effetti giudiziari".
Nella relazione si puntualizza che sono state visitate ripetutamente più di 2000 Comunità, raccogliendo 500 testimonianze collettive e 7.338 individuali, di cui 1.000 da parte di "testimoni chiave". Sono state pure raccolte testimonianze in Canada, Messico e Stati Uniti d’America. Le persone complessivamente contattate sono state più di 20.000. Sono stati anche raccolti documenti forniti dalle parti e anche da governi (USA,Israele).Tutte le affermazioni della CEH riportate nella sintesi, trovano riscontro documentale nella relazione da essa presentata, che consta di 3 Capitoli, di 110 casi illustrativi (testimonianze), organigrammi e grafici per un totale di circa 1700 pagine.
I casi investigati dalla CEH sono solo un campione della realtà delle violazioni dei diritti umani e degli atti di violenza che accaddero durante il conflitto armato. Nell’esame di questi casi si sono registrate più di 42.000 vittime di cui 29.000 assassinate o scomparse per sempre. Combinando questi dati con quelli di altri studi realizzati si è giunti alla conclusione che il totale dei morti e degli scomparsi di questa guerra civile arriva a più di 200.000 persone.La CEH ha stabilito che le forze dello Stato ed i gruppi paramilitari da esso controllati, sono stati responsabili del 93% delle violazioni documentate; la URNG del 3%, mentre il restante 4% dei casi includono altri autori agenti per interessi propri e distinti o autori per i quali non è stato possibile riunire elementi sufficienti per stabilire la responsabilità dei fatti.Con profonda commozione la CEH ha scoperto la estrema crudeltà con la quale si commisero molte delle violazioni perpetrate; così come la grande quantità di bambine e bambini, vittime di atti crudeli ed assassinati, e l’odio bestiale contro la donna, specialmente indigena, torturata, violata sessualmente ed uccisa. L’enorme quantità e l’inumana irrazionalità della violenza che percorse il Paese per più di trenta anni non possono essere spiegate semplicemente come conseguenza di un conflitto armato tra due parti. La CEH è giunta alla conclusione che la struttura e la natura delle relazioni economiche, culturali e sociali in Guatemala, così come il razzismo, la chiusura degli spazi partecipativi e la rinuncia a sviluppare riforme strutturali dello Stato, costituirono i fattori che determinarono l’origine e lo scoppio del conflitto armato. Si è constatata, inoltre, la partecipazione al conflitto, sotto differenti forme, dei gruppi di potere economico, dei partiti politici, degli universitari, e delle varie chiese, così come di altri settori della società civile. Per tutto questo, la CEH conclude che la spiegazione di fondo del conflitto armato guatemalteco non può ridursi ad una logica di due parti armate. Tale interpretazione non spiega né potrebbe giustificare la persistenza ed il significato che ha avuto la partecipazione dei partiti politici e delle forze economiche nella genesi, sviluppo e perpetuazione della violenza; né i ripetuti sforzi organizzativi e la costante mobilitazione dei settori della popolazione che lottavano per raggiungere rivendicazioni economiche, politiche e culturali.
Occorre inoltre considerare che governi stranieri intervennero ripetutamente negli affari interni del Guatemala, contribuendo a determinare e a sostenere la guerra civile. Le investigazioni della CEH dimostrano che, sino alla metà degli anni ottanta, si sono avute forti pressioni dal governo degli Stati Uniti d’America e da imprese nordamericane per mantenere l’arcaica ed ingiusta struttura socioeconomica del Paese.
Inoltre, i governi degli Stati Uniti, mediante le loro differenti strutture, inclusa l’ Agenzia Centrale d’Informazione (CIA), appoggiarono sia direttamente che indirettamente differenti operazioni illegali dello Stato guatemalteco; furono gli Stati Uniti che -nelle apposite scuole militari da loro realizzate e prima tra tutte La "Escuela de las Américas"- insegnarono e fecero applicare sul terreno quelle "misure politico-amministrative" che portarono all’uccisione di 200.000 cittadini guatemaltechi. Furono quelle "misure politico-amministrative" ideate "in un contesto nel quale la filosofia ed i meccanismi della Dottrina di Sicurezza Nazionale nordamericana dettero luogo a procedure operative del tutto irregolari" che portarono al genocidio del popolo guatemalteco.
L’appello
Sulla base di questa documentazione incontrovertibile, un gruppo di persone, che ha rapporti diretti con le forze democratiche del Guatemala, prese l’iniziativa di raccogliere firme di cittadini finalizzate alla richiesta d’istituire un Tribunale internazionale per giudicare i colpevoli del genocidio e dei crimini contro l’umanità commessi in Guatemala.
In occasione di contatti, interviste e riunioni avuti con organizzazioni democratiche, sociali, politiche e sindacali del Guatemala nell’agosto del 2002, ci è stato rinnovato L’INTERESSE E L’APPOGGIO perché il proposito, anche a livello di principio, di FAR PROCESSARE esecutori e mandanti NON SI FERMI.
Con l’esistenza operativa del Tribunale Penale Internazionale, in questo attuale e drammatico contesto di guerra infinita ed ingiustificata, pensiamo sia doveroso e necessario riproporre la richiesta di giustizia per il popolo guatemalteco. (Firmate per aderire. Scrivere a: Centro Documentazione giorlima@tin.it)
AL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE
L’AIA (OLANDA)
Oggetto: GENOCIDIO E DEI CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ COMMESSI NEL TERRITORIO DEL GUATEMALA DAL 1962 AL 1996
Considerato che la Commissione per il chiarimento storico (CEH), istituita su mandato dell’ONU nell’ambito degli accordi di pace tra la guerriglia (URNG) e il governo guatemaltechi, ha documentato in modo incontrovertibile, nella relazione "Guatemala, la Memoria del Silenzio" presentata a Città del Guatemala il 25/2/1999, che in Guatemala negli anni della guerra civile sono stati commessi i reati di genocidio e crimini contro l’umanità, causando la morte di oltre 200.000 persone, nella stragrande maggioranza civili appartenenti alla popolazione maya;
che la CEH ha documentato la responsabilità diretta di agenti dello Stato guatemalteco e di gruppi paramilitari da esso controllati, nonché il fatto che la maggior parte delle violazioni dei diritti umani si produsse per ordine o con la conoscenza delle più alte autorità militari;
che la documentazione prova anche la responsabilità di governi di Stati esteri, come il governo degli Stati Uniti d’America che, mediante differenti strutture, inclusa l’Agenzia Centrale d’Informazione (CIA), appoggiò direttamente e indirettamente alcune operazioni illegali dello Stato guatemalteco;
considerato che la Risoluzione del Parlamento europeo votata nel giugno del presente anno, facente seguito alla dichiarazione della presidenza sulla situazione dei diritti umani in Guatemala del 26 aprile 2000, con la quale si chiede al Governo del Guatemala di perseguire i crimini contro l’umanità commessi in quel paese, di processare e di punire i responsabili, non ha prodotto alcun risultato concreto;
considerato che lo Statuto (Roma, 17 luglio 1998, e successivi aggiornamenti) impegna il Tribunale penale internazionale alla difesa dei diritti umani e a perseguire i responsabili del crimine di genocidio, dei crimini di lesa umanità, dei crimini di guerra e del crimine di aggressione, in particolare quando le giurisdizioni nazionali se ne dimostrino incapaci o siano inadempienti;
CHIEDIAMO in base agli artt. 6, 7, 8 e 15 dello Statuto
Che il Tribunale Penale Internazionale, per mezzo dell’Ufficio della Pubblica accusa, individui e persegua mandanti ed esecutori dei crimini sopra indicati e documentati nella Relazione della Commissione di Chiarimento Storico "Guatemala, la Memoria del Silenzio".
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DI PISTOIA
Pistoia, novembre 2003
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Si allegano le firme di tutti coloro che hanno aderito all’Appello per l’istituzione di un Tribunale Penale Internazionale che persegua il genocidio e i crimini contro l’umanità commessi in Guatemala durante gli anni della guerra civile:
REDAZIONE "IL GRANDEVETRO", Pisa
REDAZIONE "IL PONTE", Firenze
REDAZIONE "TESTIMONIANZE", Firenze
REDAZIONE "GUERRE & PACE", Milano
REDAZIONE "NonSoloContro", Torino
"COMUNICAZIONE ANTAGONISTA", Firenze
LEGA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI E LA LIBERAZIONE DEI POPOLI, Roma
Associazione BERRETTI BIANCHI, Montecarlo (Lucca)
RSU del NUOVO PIGNONE G.E. di Firenze
RSU FRIGOR-BOX Srl,Scandiano, (Reggio Emilia)
COMUNITA’ DELL’ISOLOTTO, Firenze
CIRCOLO DI POLITICA E CULTURA "IL FILO ROSSO", Firenze
CIRCOLO CULTURALE " AGORA’ ", Pisa
Associazione culturale "PAROLE &MUSICA", Borgaro T.se (Torino)
COMITATO DI SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO DEL GUATEMALA, Roma
ASSOCIAZIONE "TRANSAFRICA-SVILUPPO", Firenze
COMITATO DI SOLIDARIETA’ CON IL NICARAGUA, Firenze
TELMO PIEVANI, caporedattore di PLURIVERSO
DANIELE BARBIERI, redazione di "CARTA" (Il manifesto), Roma
DARIO FO , premio Nobel
NOAM CHOMSKY
AURA MARINA ARRIOLA, Instituto Nacional de Antropología e Historia de México CLAUDIO MAGRIS
VINCENZO CONSOLO
SEBASTIANO TIMPANARO (firmato nell’anno 2000)
MARIANO TURIGLIATTO, Sindaco di Grugliasco (Torino)
DARIO PACCINO
CESARE BERMANI
FRANCA RAME
PIERRE CARNITI
CLAUDIO DEL BELLO
DOMENICO GALLO
BENIAMINO DEIDDA
MANLIO DINUCCI
PIO BALDELLI
CARLO BIASINI
FRANCO BARTOLINI
MIRELLA BONGIOVANNI
FRANCO RUSSO
BRUNO BORGHI
ANDREA GORINI
GIOVANNI COMMARE
MARIA LUISA LENZI
PAOLO CENTO
GIOVANNI GOZZINI
ANTONIO LA PENNA
MASSIMO CONSOLI
EUGENIO MELANDRI
SIMONETTA CRISCI
GIOVANNA LOMBARDI
CARLO DAMI
FABIO MARCELLI
SIMONETTA MASSARONI
ENZO FILOSA
GIORGIO VAN STRATEN
MARIA TUMMOLO
CAMILLA CAPPUCCINI
MARIA MILAZZO
ANGELA CINQUE
FRANCO GROSSO
GIOVANNA BERTOLDI
ROSSANA CALTERI
GIOVANNI LENZI
MARIO LENZI
DANIELA TASSELLI
RENATO SIMONI
ALAIN BICHON
ROMANO LUPERINI
GRAZIANA PANACCIONE
DOMENICO MILANI
ETTORE SQUILLACE
FRANCESCA ALFANO
MARIA BILENCHI
MAURO GADDI
RAFFAELLO BURNAZZI
SIMONETTA AICARDI
CHIARA SOMMAVILLA
SEVERINO SACCARDI
SIMONE SILIANI
ENZO MAZZI
LUCIANO ARDESI
GIUSI PROVINO
PIERO PADOVANI
PIETRO CATALDI
ROBERTO GRILLANDA
PIERO CALZA CITA
LAURA CAIOLA
FEDERICA VALLI
ANNA MARIA NARDARI
MARIO VESTRI
SIMONA SCOTUZZI
CLAUDIO TESTA
MONICA MAZZITELLI
GUIDO MARTELLI
SERENA TUSINI
DROR BRISKIN
FABIO PRADELLA
FRANCA MARTINI
CHIARA PRADELLA
ANTONIO PETTENA
ANTONELLA MASOTTI
LUCA DALLAI
LUCA MONDUCCI
PATRIZIA MARANGHI
MASSIMO MARANGHI
GIOVANNA LUCCHESI
FULVIA PARIGI
MARCELLO CITANO (Partigiano "Sugo" della 22ª bis Brigata Garibaldi)
MARISA CECCHI
CRISTINA GABBUGGIANI
CLAUDIO CAPANNI
MARCO PINZANI
PAOLO CENCETTI
ANNA GRAZZINI
ANDREA TOCCAFONDI
ANASTASIA POZZATI
PAOLO CAVICCHI (Partigiano "Paolo" della 22ª bis Brigata Garibaldi – firmato nell’anno 2003)
DINA CAVICCHI
STEFANO DONNINI
GABRIELLA GHISLIERI
PIETRO CECCHI
VASCO MASINI
ANNA SALVI
ELSA MANNUCCI
GIULIANO MARTELLI (Partigiano "Saturno" della 22ª bis Brigata Garibaldi)
LORETTA MONTELATICI
ANDREA CITANO
SILVIA TARCHI
ALESSIO VERDIANI
SONIA DI LEO
MAURO PELLIZZI
SIMONE FAINI
ANDREA CASAGNI
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