L’Acqua come risorsa strategica

dal sito vidaypaz.org

Il 70% della superficie del pianeta è coperta di acqua. Per solo il 3% è acqua dolce, il resto è salata. Proprio l’acqua dolce sta diventando una risorsa strategica per i paesi ricchi e le imprese transnazionali. Il 12% della popolazione mondiale usa l’85% dell’acqua del mondo. Ripartendo in questo modo 100 litri di acqua tra 100 persone, risulta che 12 persone usano 85 litri mentre le altre 88 persone devono arrangiarsi con soli 15 litri di acqua dolce. Già oggi più di un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile, e in 20 anni due terzi della popolazione mondiale non avrà acqua a sufficienza, secondo il Forum Mondiale dell’Acqua(L’Aia 2000).
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Il documentario su Nuevo Horizonte

"L’esperienza della cooperativa agricola Nuevo Horizonte, Petén Guatemala", prodotto e relizzato da Brigate di solidarietà e per la pace, Comunicazione Antagonista

Una comunità di circa 500 persone, ex guerriglieri delle Forze Armate Ribelli, che hanno dato vita a un progetto di autogestione integrale del lavoro e della vita comunitaria: produzione, educazione, salute, casa. Un modello sociale alternativo a quello liberista, fondato sulla democrazia diretta, la solidarietà, l’eliminazione dello sfruttamento.

Per avere il DVD contattaci a brisop@inventati.org

Il documentario Guatemala

Nel 2002 abbiamo realizzato un documentario sulla storia del Guatemala dal 1944 al 1996 e sulla situazione attuale dopo gli Accordi di Pace, prodotto da Brigate di solidarietà e per la pace, Comunicazione Antagonista, Centro di Documentazione di Pistoia e Incidencia Democratica.

Per avere il dvd brisop@inventati.org

NOTE SUL DOCUMENTARIO “GUATEMALA”

1. CONTENUTI ED OBIETTIVI.

Il Centro di Documentazione di Pistoia, Incidencia Democrática[1] e “comunicazione antagonista”, unitamente a singoli tecnici indipendenti, hanno realizzato il documentario  “GUATEMALA” che ha assunto, come base iniziale di ricerca, due grandi temi: Continue reading “Il documentario Guatemala”

Le brigate in Guatemala

Non solo un viaggio ed un'esperienza ma un tentativo di costruire un altro mondo solidale

Già da due anni, in diversi gruppi le Brigate di Solidarietà e per la Pace hanno avviato un percorso di conoscenza reciproca e solidarietà con la Cooperativa Agricola Integrale NUEVO HORIZONTE e con la Alianza por la vida y la paz, nella regione del Petén in Guatemala.

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Chi siamo

Le Brigate di Solidarietà e per la Pace nascono all’interno del Movimento Antagonista Toscano, di cui sono parte. Si fondano su una proposta di percorso internazionalista che si è sviluppata dalla valutazione delle esperienze rivoluzionarie di massa in America Latina, permessa dagli scambi reciproci con i compagni di diversi paesi (Argentina, Bolivia, Ecuador, Colombia, Nicaragua, Salvador, Guatemala, Messico, Cuba).

Chi sono i nostri compagni del Sud

Le lotte dei movimenti rivoluzionari nel Continente Latinoamericano nelle decadi del Settanta e dell’Ottanta, assunsero come mezzo principale quello della lotta armata; POICHE’ non veniva lasciato loro, dalle oligarchie nazionali e dall’imperialismo nordamericano, nessuno spazio politico per rivendicare e conquistare i propri più elementari diritti. Oggi gli eredi morali e politici di quelle esperienze – i piqueteros argentini, i cooperativisti agricoli delle ex guerriglie guatemalteca, salvadoregna e dell’Area di Proprietà dei Lavoratori in Nicaragua – cambiato il mezzo di lotta ma non gli obiettivi che li spinsero allora a ribellarsi, sono l’espressione più alta e propositiva della lotta contro il fondamentalismo economico del nuovo ordine imperialista. Sono questi i nostri compagni. Continue reading “Chi siamo”

Posada Carriles: un terrorista protetto dagli Stati Uniti

Da impiegato di una società multinazionale a terrorista: il percorso criminale di Luis Posada Carriles.

Da impiegato della multinazionale nordamericana Firestone negli anni ’50, Carriles diventa collaboratore della polizia batistiana e informatore dell’FBI. Ma è la rivoluzione cubana a rappresentare l’occasione per specializzarsi come terrorista. Partecipa fin dal ’60 ad attività di sabotaggio sul territorio cubano prima di chiedere asilo all’ambasciata Argentina e partire con un salvacondotto per Miami.

E’ tra i primi ad arruolarsi (per ordine della CIA) nelle organizzazioni controrivoluzionarie che si preparano all’invasione di Playa Girón, anche se poi starà molto attento a non partecipare direttamente all’attacco.

Negli Stati Uniti aderisce al Movimiento Nacionalista Cubano (MNC) e si arruola nell’esercito statunitense. Nella base militare di Fort Benning (Georgia)con il grado di tenente si specializza in strategie contro-insurrezionali, raid navali e tecniche di uso di esplosivi. Continue reading “Posada Carriles: un terrorista protetto dagli Stati Uniti”

Le organizzazioni umanitarie e i pericoli della dipendenza

Arundhati Roy

La globalizzazione economica ha accresciuto la distanza tra chi prende le decisioni e chi ne subisce gli effetti (1). Sono gli incontri quali il Forum sociale mondiale a consentire ai movimenti di resistenza locali di ridurre questo divario e di fare causa comune con i loro omologhi dei paesi ricchi. Ad esempio, all’epoca della costruzione della prima diga privata a Maheshawar, l’impegno congiunto del Narmada Bachao Andolan (Nba), dell’organizzazione tedesca Urgewald, della Dichiarazione di Berna (Svizzera) e della Rete internazionale dei fiumi di Berkeley ha indotto varie banche e imprese internazionali a dissociarsi dal progetto. Questo risultato non sarebbe mai stato raggiunto senza una tenace resistenza locale; ma altrettanto indispensabile è stato il sostegno a questo movimento sulla scena mondiale, che ne ha amplificato la voce mettendo in imbarazzo gli investitori e costringendoli a ritirarsi. (…) Uno dei rischi per i movimenti di massa è quello dell’«ong-izzazione» della resistenza. Non vorrei essere fraintesa: non si tratta certo di mettere sotto accusa in blocco le organizzazioni non governative (Ong), molte quali svolgono un lavoro di indubbia validità. Ma altre sono fittizie, e in quelle acque torbide c’è chi cerca di mettere le mani sui fondi degli aiuti o di frodare il fisco. Vale comunque la pena di esaminare questo fenomeno in un contesto politico più ampio. Continue reading “Le organizzazioni umanitarie e i pericoli della dipendenza”

Intervista con un esponente della Commissione interecclesiale Justicia y Paz (Colombia)

Colombia: tra Neoliberismo e Paramilitarismo La situazione della Colombia non è slegata da quella di tutti gli altri  paesi dell’America Latina e in generale del sud del mondo che dall’epoca coloniale ad oggi sono stati destinati alla produzione di materie prime ed i cui popoli sono stati sfruttati come manodopera a basso costo per gli imperi coloniali e  neocoloniali. La garanzia dello sfruttamento delle risorse naturali, di cui hanno bisogno le grandi potenze industriali, ha implicato il rafforzamento degli apparati militari nel mondo; nel caso colombiano lo sfruttamento delle risorse naturali si realizza su territori abitati da contadini, popoli indigeni e afrodiscendenti [1] che hanno sviluppato, contro i tentativi di sfruttamento, diverse forme di resistenza. Per fare fronte alle forme di resistenza che le comunità hanno sviluppato è stato necessario, da parte degli stati, lo sviluppo di una strategia: una strategia di tipo militare e una di tipo sociale funzionale alla prima.

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Memoria viva

Un video costruito sulle interviste a due partigiani delle Brigate Garibaldi che liberarono Firenze nel 1944: "Gianni" commissario politico della Brigata Sinigaglia che aveva contribuito a far nascere e sviluppare; "Foco" allora giovanissimo combattente.
Per leggere la resistenza secondo quella fu la sua forza motrice, la lotta di classe.

Prodotto e realizzato da un collettivo di compagn* di Comunicazione Antagonista

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Il neoliberismo “dal basso”. L’ambiguità dell’azione delle ONG

di James Petras

Già al principio degli anni ’80, i settori più lucidi delle classi dominanti neoliberali si resero conto che le loro politiche stavano polarizzando le società e provocando malcontento su vasta scala. I governanti cominciarono a finanziare e promuovere una strategia parallela "dal basso": la promozione di organizzazioni "di base" con ideologia "antistatalista" per intervenire tra le classi potenzialmente conflittuali al fine di creare un diversivo sociale. Queste organizzazioni, dipendenti finanziariamente dai fondi neoliberali, erano direttamente concepite per competersi con i movimenti sociali la lealtà dei leader locali e di comunità attiviste. Negli anni ’90, queste organizzazioni descritte come "non governative" erano diventate migliaia e ricevevano circa 4 miliardi di dollari a livello mondiale. La confusione rispetto al carattere politico delle ONG proviene dalla sua storia precedente agli anni ’70 ovvero durante le dittature. In questo periodo le ONG funzionavano fornendo appoggio umanitario alle vittime delle dittature militari e denunciavano le molteplici violazioni dei diritti umani. Organizzavano anche "ollas populares" (le pentole comuni, NdT) che permettevano alle famiglie danneggiate di sopravvivere alla prima ondata delle terapie shock applicate dalle dittature. Questo periodo creò un’immagine favorevole, anche nella sinistra, intorno alle ONG ed esse venivano considerate parte del "campo progressista". Senza dubbio e sin da allora i limiti delle ONG erano evidenti. Mentre attaccavano le violazioni dei diritti umani perpetrate dalle dittature locali, rare volte denunciavano i "padrini" statunitensi ed europei che le finanziavano e assistevano. Ancora meno c’è stato uno sforzo serio per vincolare la politica economica e le violazioni dei diritti umani con la nuova fase del sistema. Ovviamente le fonti esterne di finanziamento limitarono la sfera per le critiche e l’azione in difesa dei popoli. Mano a mano che cresceva l’opposizione al modello economico selvaggio degli anni ’80, i governi statunitensi ed europei e la Banca Mondiale incrementarono i finanziamenti alle ONG. Esiste una relazione diretta tra la crescita dei movimenti sociali che sfidavano il modello neoliberista e gli sforzi per sovvertirli mediante la creazione di forme alternative di azione sociale mediante le ONG. Continue reading “Il neoliberismo “dal basso”. L’ambiguità dell’azione delle ONG”