E’ finita l’epoca delle ONG Lucca 5 e 6 novembre – Gli interventi

IL NO PROFIT, IL VOLONTARIATO, LE CONTRADDIZIONI "ALL’INTERNO"

Intervento di: un Compagno del Centro Sociale "Godzilla" di Livorno

Il fenomeno del non-profit è in continua ascesa, almeno dal punto di vista quantitativo, favorito dal contesto politico, economico e sociale in cui stiamo vivendo. Abbiamo constatato come negli ultimi anni sia cresciuta l’attenzione del mondo politico nei confronti di questo settore attraverso una costante produzione normativa e attraverso l’istituzione di appositi comitati di studio e osservatori nazionali. Il mondo politico, infatti, si è reso conto dell’originalità delle risorse e delle strategie del terzo settore, che già da molti anni ha conquistato un suo spazio autonomo all’interno della società.
Il problema consiste nel distinguere tra le attività che rientrano in un terzo settore, davvero diverso dal mercato, e quelle che, al contrario, allargano l’ambito mercato e il suo dominio sui diversi aspetti della vita sociale o addirittura favoriscono alcune sue forme deteriori. Per distinguere in questo senso occorre invece considerare il significato sociale delle organizzazioni, esaminandone gli scopi e la struttura interna. Si pensi ad esempio all’ambiguo significato che rischiano di avere organizzazioni (no profit?) che si occupino dello smistamento di lavoratori in impieghi temporanei.

Oppure alla maggiore autonomia concessa alle università statali, che significa, in pratica, riduzione del finanziamento pubblico e libertà di ricorrere a contributi di fondazioni (no profit!) appartenenti a gruppi industriali privati, senza che cambino né le regole (formali e informali) di funzionamento delle università, né il loro rapporto con la società. Ad oggi dobbiamo quindi constatare che il no profit ed in particolare la "cooperazione sociale" sono stati strumenti utilizzati dallo Stato per un progressivo disimpegno dalla erogazione di servizi primari, e in questo disimpegno oltre che a una diminuzione della garanzia del servizio si sono affermate logiche di sfruttamento lavorativo che in precedenza non esistevano. Lo Stato si trasforma sempre più in un apparato detentore del potere burocratico e militare che delega ed esternalizza ogni attività economica che non sia direttamente collegata a questi settori strategici. Per questo stiamo assistendo ad un progressivo defilamento da attività che vanno dai servizi socio-assistenziali affidati a cooperative sociali molto simili a multinazionali dei servizi fino ad arrivare a delegare alle ONG le attività di diplomazia e mappatura dei territori da colonizzare.