Guatemala – la questione della terra

La Questione della Terra in Guatemala         dal sito vidaypaz.org

Più della metà della popolazione guatemalteca (57%), cioè 6 milioni di abitanti del paese vive in povertà, e un quarto di questi vive in povertà estrema. La percentuale di poveri nell’area rurale corrisponde a più del 75% della popolazione, mentre nell’area urbana a più del 28%. Quattro poveri su cinque vivono nell’area rurale e tre sono indigeni. L’ingiusta distribuzione della terra è una delle cause fondamentali della povertà nella campagna. Infatti il 65% della terra coltivabile del paese è in mano al 2,1% della popolazione.

Mentre i contadini poveri devono adattarsi a sopravvivere con pochissima terra o senza niente.
In Petén, fin dalla sua colonizzazione negli anni ’60, c’è stata sempre molta corruzione e irregolarità nel processo di assegnazione e legalizzazione della proprietà della terra, e così i grandi latifondisti si sono appropriati delle terre migliori del dipartimento.
In questo processo erano coinvolti fin dall’inizio l’esercito, il FYDEP e l’INIA, tutte queste istituzioni hanno consegnato arbitrariamente la terra ai ricchi e ai militari, lasciando le famiglie contadine in una situazione uguale o addirittura peggiore a quella che avevano lasciato nei loro luoghi di origine.
Il 67% della terra del Petén (2.448.558 ettari) è legalmente disponibile per l’agricoltura e l’allevamento. Ci sono 56.464 famiglie che dipendono totalmente o parzialmente dall’agricoltura, il che vuol dire che se la terra fosse distribuita equamente ad ogni famiglia spetterebbero 43.4 ettari, ci sarebbe terra per tutti. Nel 1980 la metà dei proprietari avevano nelle loro mani il 72,80% della terra, mentre nel 1999 ne possedevano il 93%. Cioè il problema della concentrazione della terra in poche mani continua a peggiorare.
Per questo diciamo che la ingiusta distribuzione della terra è un problema storico e strutturale che sarà aggravato dalle iniziative previste dal PPP, che prospetta l’investimento privato tanto nell’uso della terra quanto nella concessione delle aree protette.
Per questo riteniamo importante riprendere gli accordi di pace, che stabiliscono un primo passo per rompere questa ingiustizia e per ottenere che le famiglie contadine possano avere sviluppo e uguaglianza. L’accordo su Aspetti socio economici e Situazione agraria stabilisce di individuare le terre nazionali assegnate in modo irregolare nelle zone di colonizzazione e specialmente nel Petén e nella Franja Trasversal del Norte, che il governo si impegna a recuperare tramite azioni legali. Questo sarebbe un primo passo per cambiare l’ingiusta distribuzione della terra e assicurare che le famiglie contadine possano avere terra per coltivare e vivere. Naturalmente è necessario fare anche altri passi per ottenere uno sviluppo con vera giustizia sociale. In questo quadro anche la costituzione politica della repubblica stabilisce all’articolo 15 del capitolo disposizioni transitorie e finali, Integrazione del Petén: <<si dichiara di urgenza nazionale lo sviluppo economico del dipartimento del Petén, per la sua effettiva integrazione nell’economia nazionale. La legge determinerà le misure e le azioni che tendano a questo obiettivo>>.
Questi elementi sono stati integrati nella legge istitutiva del Fondo della Terra nei seguenti articoli: Articolo 43. Funzioni temporanee del FONTIERRAS nel processo di regolarizzazione delle terre assegnate dallo stato. Per un periodo di cinque anni il FONTIERRAS dovrà svolgere le seguenti funzioni: a. Realizzare tutte le azioni tecniche, legali e amministrative necessarie a regolarizzare la situazione giuridica delle terre nelle zone sottoposte al regime di trasformazione agraria promuovendo le azioni necessarie per la restituzione allo stato delle terre aggiudicate irregolarmente. In più il regolamento stabilisce all’articolo 57 che il processo di regolarizzazione non è applicabile quando la proprietà privata di qualunque natura sia stata ottenuta mediante frode, violenza morale o fisica o contravvenendo alle leggi del paese, trattai e accordi internazionali sottoscritti dal Guatemala.
Per questo tutte le organizzazioni devono unire le loro forze per ottenere che si applichino gli Accordi di Pace e la legge per recuperare tutte le terra che sono illegalmente in mano ai latifondisti. Un altro problema strutturale che devono affrontare i contadini che hanno comprato terra tramite il FONTIERRAS sono gli elevati interessi che non permettono loro di pagare i debiti contratti e di uscire dalla estrema povertà In questo circolo vizioso manca un’assistenza tecnica adeguata, un incentivo reale per iniziare la produzione e in più i prodotti agricoli dei contadini sono pagati a prezzi estremamente bassi. Tutto questo lascia le famiglie contadine nella miseria, senza speranze di poter uscire da questa situazione; mentre i grandi proprietari continuano ad accaparrare sempre più terra.
Di fronte a questo le comunità che sono colpite da questo problema possono negoziare con il FONTIERRA solo unite, per cercare una soluzione integrale e giusta. L’essere umano vive nella natura come parte integrante di essa e non come dominatore e sfruttatore delle ricchezze naturali. Tutti gli esseri viventi hanno la propria dignità e tutti meritano rispetto. E’ importante che riconosciamo il valore reale delle nostre terre, curandole e lavorandole per il futuro dei nostri figli e figlie e lottando per una soluzione integrale e armonica.
Lottare per la terra significa anche combattere il Plan Puebla Panama e le intenzioni colonialiste dell’impero nordamericano.

LA TERRA E’ VITA, LA TERRA E’ PACE, LA TERRA E’ NOSTRA