Ahmad Sa’adat, il segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina è stato condannato nel 2008 da una illegittima corte militare israeliana a 30 anni di prigione con l’accusa “essere membro dell’organizzazione illegale Fronte popolare per la liberazione della Palestina, occupare un posto di rilievo nella suddetta organizzazione e per incitamento”, per il suo discorso seguito all’assassinio del precedente segretario del Fronte, Abu Ali Moustafa, ucciso il 27 agosto 2001 mentre si trovava nel suo ufficio a Ramallah con un razzo telecomandato. In quel discorso Sa’adat aveva chiaramente condannato il crimine e fatto appello alla resistenza. Il 17 ottobre 2001, le brigate Abu Ali Moustafa rivendicano l’uccisione del ministro ultranazionalista e razzista del turismo israeliano Revaham Zeevi, che aveva caldeggiato le uccisioni mirate dei leader palestinesi. Sa’adat viene ritenuto mandante morale dell’uccisione e il capo della forza di sicurezza preventiva palestinese, Jibril Rajoub, dichiara fuorilegge le Brigate Abu Ali Moustafa. Pone inoltre un ultitam a Sa’adat: dissociarsi o farsi arrestare.
Sa’adat viene arrestato il 15 gennaio 2002 dalle forze dell’intelligence palestinese dopo essere stato convocato ingannevolmente per un meeting.
In seguito ad un accordo tra l’autorità nazionale palestinese e gli israeliani viene trasferito insieme agli esecutori materiali dell’uccisione di Zeevi nella prigione di Jericho dove viene tenuto sotto sorveglianza da una forza multinazionale composta da guardie statunitensi e inglesi. L’allora presidente palestinese Arafat, dopo aver permesso il suo arresto, sotto pressione popolare dichiara che che Sa’adat è un leader politico e pertanto non giudicabile da una corte militare israeliana.
L’alta Corte di Giustizia palestinese, nel giugno del 2002 stabilisce che non ci sono prove che mettano in relazione Sa’adat con gli addebiti a lui contestati e non ci sono motivi perché la sua detenzione continui. Seguono appelli di Amnesty international per la sua liberazione.
Nel 2006 l’esercito sionista attacca la prigione di Jericho e preleva Sa’adat e altre centinaia di prigionieri.
Dal 2008 l’isolamento di Sa’adat è stato rinnovato più volte dalle corti israeliane.
Attualmente si trova in isolamento presso la prigione di Ramon nel deserto del Naqab. Sebbene si trovi già all’interno della sezione d’isolamento della prigione Sa’adat è sottoposto ad ulteriore isolamento all’interno della sezione stessa, viene privato anche del contatto con gli altri prigionieri in isolamento, così come dei diritti umani più fondamentali.
Gli è stata confiscata la collezione di libri personale, può leggere i giornali in sola lingua ebraica una volta alla settimana. Non ha accesso ad altri giornali (in inglese o in arabo). Le visite dei famigliari gli vengono costantemente negate. La moglie ha potuto visitarlo solamente due volte nell’intero periodo di isolamento. Ugualmente le visite degli avvocati gli sono negate. Non può effettuare alcun acquisto presso i negozi all’interno della prigione, anche le sigarette gli sono quindi negate. Gli è permessa una sola ora d’aria durante la quale viene tenuto ammanettato ai polsi ed incatenato alle caviglie nel cortile della prigione. Le amministrazioni delle prigioni tentano di criminalizzare ed ostacolare le relazioni umane e sociali tra prigionieri e tra prigionieri e le loro famiglie.
Ahmed Sa’adat paga con condizioni carcerarie disumane il fatto di essere un leader politico determinato a capo di una formazione, il Fronte popolare di liberazione della Palestina, che non ha mai abbandonato i suoi ideali di lotta e resistenza contro l’imperialismo ed il sionismo,un progetto di liberazione quindi non relativo alla sola Palestina o Medio Oriente ma che ha e deve necessariamente avere un respiro internazionale.
Progetto che in altre parti del mondo è sostenuto e condiviso e che trova analogie nella vicenda dei compagni e delle compagne argentini dell’MTR-FAR
E’ prevista una nuova udienza per il leader politico palestinese Ahmad Sa’adat a metà ottobre. Sarà l’occasione di protestare contro il suo isolamento e contro quello di tutti i prigionieri politici palestinesi. Scrivete lettere di protesta ed organizzate azioni di protesta nel periodo che va dal 5 al 15 ottobre 2010 in sostegno dei prigionieri politici palestinesi e della loro lotta per la libertà, richiedete la fine del loro isolamento!
Sa’adat nel 2009 ha lanciato uno sciopero della fame di 9 giorni contro l’isolamento. Tale isolamento danneggia gravemente la salute fisica e psicologica dei prigionieri palestinesi ed è uno strumento con cui le forze d’occupazione puniscono ed isolano i prigionieri politici palestinesi. Alcuni prigionieri sono stati soggetti di isolamento per anni con gravi conseguenze. Agisci contro l’isolamento dei prigionieri e richiedi la liberazione di Sa’adat e di tutti i prigionieri palestinesi !
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