44 ANNI DI FRONTE POPOLARE: COSTRUIRE L’UNITÀ ATTRAVERSO LA RESISTENZA
E LA SFIDA ALL’OCCUPAZIONE
L’11 dicembre 2011 come data marca quarantaquattro anni di lotta da
quando un gruppo di rivoluzionari, guidati dal compagno Dott. George
Habash e dai suoi compagni, fondarono il Fronte Popolare di
Liberazione della Palestina per lottare per la liberazione della
nostra terra e del nostro popolo, esigere per i profughi palestinesi
il diritto al ritorno alle loro case e alla loro terra, dalle quali
furono scacciati nella Nakba nel 1948 e costruire una alternativa
rivoluzionaria araba a fronte della sconfitta dei regimi arabi nella
guerra del 1967.
Questo anniversario è diventato un giorno prezioso per il nostro
partito, il nostro popolo, il movimento di liberazione nel mondo
arabo, e le forze progressiste, che lottano per la libertà, il
socialismo e la pace in tutto il mondo. Il Fronte popolare continua ad
incarnare gli scopi di questi movimenti, per costruire un movimento
rivoluzionario, per consolidare e unificare il movimento di
liberazione nazionale e le sue forze democratiche e di sinistra, per
approfondire il contenuto democratico e sociale della nostra lotta
nazionale, per combattere con l’altro braccio del nostro movimento, la
lotta della nazione araba per l’unità e la liberazione; e per
resistere internazionalmente contro l’imperialismo, il sionismo, in un
percorso di libertà, anti colonialismo, libertà dallo sfruttamento e
liberazione della terre e dei popoli nel mondo.
Nel momento in cui festeggiamo un nuovo anniversario, facciamo
appello al nostro popolo- nella Palestina occupata dal 1948 e dal
1967, nei campi profughi, in diaspora e in esilio, a tutti i
prigionieri nelle prigioni dell’occupante, così come la loro
avanguardia il nostro Segretario Generale, il compagno prigioniero
Ahmed Saadat e ricordiamo i martiri della Palestina e del nostro
Fronte, al-Hakim, Dr. George Habash, e Abu Ali Mustafa e porgiamo
omaggio alle loro famiglie e compagni che resistono. Rinnoviamo la
nostra promessa a rimanere fedeli e mostrare il nostro profondo
rispetto per i martiri, i feriti e i prigionieri e le continua
sofferenze del nostro popolo, di continuare a resistere e sostenere
per i diritti e gli scopi per i quali hanno combattuto- il diritto del
nostro popolo alla resistenza, a sconfiggere l’occupazione e gli
insediamenti, alla liberazione di tutti i prigionieri,
all’assicurazione del nostro diritto al ritorno,
all’autodeterminazione e alla liberazione nazionale e alla lotta per
una Palestina democratica dal fiume Giordano al mare, nella quale
tutti i popoli siano uguali e che sia libera dal razzismo, sionismo e
dall’oppressione.
La lotta del nostro popolo è in una fase di liberazione nazionale, e
la nostra opposizione primaria è contro l’occupazione e i suoi piani
per liquidare la nostra causa nazionale, per confiscare la nostra
terra e scacciare il nostro popolo e ci impegniamo a continuare la
nostra resistenza in tutte le forme inclusa la lotta popolare ed in
particolare la lotta armata, per liberare la nostra terra e
raggiungere gli scopi del movimento di liberazione nazionale.
Mentre rimarchiamo l’anniversario, rimarchiamo il decennio di lotte
dei prigionieri, eroi del popolo palestinese, nelle prigioni
Ricordando l’anniversario, rimarchiamo decenni di lotta dei
prigionieri, eroi del popolo palestinese, nelle prigioni
dell’occupante. Centinaia di nostri compagni- e molte più centinaia
di Palestinesi, sono stati oggetto di detenzione di massa in seguito
ad incursioni nelle passate settimane e sono andati ad aggiungersi
alle migliaia di sorelle e fratelli che continuano la loro lotta per
la libertà del loro popolo e della loro madrepatria da dietro le
sbarre. Il compagno Ahmad Sa’adat, nostro segretario generale, permane
in isolamento da quasi tre anni. I nostri compagni, sorelle e fratelli
nelle prigioni hanno preteso unità. Coordinato gli scioperi della
fame, e “prestato servizio” come coscienza, ispirazione e salda
colonna vertebrale del nostro movimento. Essi sono i nostri padri,
madri, figli, figlie, sorelle, fratelli, mariti, mogli, compagni ed
amici e noi continueremo la lotta fino a che essi non saranno liberi,
fino a che ogni prigioniero abbatterà le sbarre delle prigioni
dell’occupazione in una Palestina libera.
Quarantaquattro anni dopo la fondazione del Fronte e dopo 64 anni di
occupazione della Palestina, dalla Nakba, l’espulsione del nostro
popolo dalla propria terra, i Palestinesi sono in tutto il mondo-
nella nostra madrepatria occupata, nei campi profughi, e in esilio nel
mondo. La lotta per la liberazione della Palestina è la lotta per il
diritto al ritorno e i profughi palestinesi ovunque sono
nell’avanguardia della lotta per assicurare che i loro diritti
fondamentali non vengano in alcun modo svenduti o soggetti a
negoziato.
Il 15 maggio di quest’anno, i profughi palestinesi sono stati uccisi
mentre marciavano verso i confini della nostra terra occupata per
esigere il loro ritorno. Noi continueremo la nostra lotta fino a che
sette milioni di profughi palestinesi marceranno lungo la strada del
ritorno e della liberazione e avranno assicurato il loro diritto a
ritornare, riavere indietro, decolonizzare e liberare la nostra terra
e porre fine all’occupazione colonialistica della Palestina.
L’anniversario del Fronte giunge in un momento storico per la nazione
araba, una fase qualitativamente nuova nella quale il popolo arabo si
è sollevato e mobilitato per lottare per la democrazia e la giustizia
sociale ma anche per raggiungere una vera indipendenza e dignità
nazionale attraverso lo scontro contro i regimi corrotti ed
autocratici che hanno a lungo praticato la normalizzazione dei
rapporti con il sionismo, la subordinazione all’imperialismo e alle
potenze coloniali. Il Fronte rende omaggio alle masse arabe che si
stanno sollevando per raggiungere la loro dignità, libertà, giustizia
e autodeterminazione e che rigettano simultaneamente qualsiasi forma
di interferenza esterna nelle lotte arabe, in particolare le potenze
imperialistiche della NATO e idei regimi arabi loro partner e alleati
che cercano di eludere il potere popolare. Inoltre cercano di
dividere il popolo della regione, reimporre la dominazione
imperialistica e coloniale, liquidare la centralità della causa
palestinese e impadronirsi della ricchezza e delle risorse del popolo
arabo per nascondere la profonda e crescente crisi del capitalismo e
il crescente rifiuto dell’ordine neoliberale del mondo unipolare
imposto dall’imperialismo statunitense. Questi sono i maggiori doveri
nazionali di fronte al nostro popolo incluso il bisogno di sviluppare
una vera unità nazionale ed una strategia di resistenza nazionale per
affrontare l’occupante e mobilitare le forze di resistenza del nostro
popolo e di tutte le nostre istituzione di massa per il più alto
livello di partecipazione e mobilitazione per condurre questa lotta.
Questo processo deve essere totalmente inclusivo e prendere parte
sotto la supervisione e gli auspici del nostro popolo, nei campi
profughi, protetto dalle armi della resistenza. La mobilizzazione del
nostro popolo deve avere luogo ovunque ci siano Palestinesi, nella
nostra terra occupata, nei campi profughi in tutto il mondo arabo, in
diaspora e in esilio- noi siamo un solo popolo, con una causa, la
liberazione della Palestina e il ritorno dei profughi e il nostro
popolo ovunque deve essere mobilizzato con il massimo sforzo con
processi democratici, popolari e partecipativi, per ricostruire
veramente l’O.L.P. su basi pienamente inclusive come l’unica legittima
rappresentante del nostro popolo ovunque e come leadership della lotta
del nostro popolo nello scontro con l’occupazione, il sionismo e
l’imperialismo.
Questo è necessario per confermare e rendere prioritari gli interessi
nazionali del nostro popolo che si è sacrificato così tanto per
affrontare una occupazione brutale che quotidianamente persegue le sue
criminali politiche coloniali, la giudaizzazione di Gerusalemme,
assedio e aggressione, supportata in tutto e per tutto
dall’amministrazione statunitense e protetta dal silenzio
internazionale e dall’ipocrisia e complicità e dalla continua
normalizzazione e sottomissione dei regimi arabi. Le masse del popolo
palestinese non permetteranno più che la loro causa venga inquinata e
ai loro sacrifici vengano meno il rispetto negli interessi di
soddisfare gli squallidi scopi di pochi, o che gli venga richiesto di
essere complici con le richieste dell’occupazione e del suo partner
strategico, gli Stati Uniti. La farsa dei cosiddetti “negoziati” con
gli Stati Uniti come referenza e il tradimento degli “accordi in
maniera di sicurezza” servono solo a Netanyahu e allo stato sionista e
devono essere lasciati indietro una volta per tutte. E’ giunta
definitivamente l’ora di difendere i diritti del nostro popolo e
mettere la parola fine all’era di Oslo e del disastroso “processo di
pace” che non ha significato nient’altro che continua guerra contro il
nostro popolo.
Glory for the martyrs of Palestine – Freedom for the prisoners of freedom
Onward to the victory of our people!
GLORIA AI CADUTI DELLA PALESTINA! LIBERTà PER OCLORO CHE SONO
PRIGIONIIERI PER LA NOSTRA LIBERTA’! AVNATI FINO ALLA VITTORIA DEL
NOSTRO POPOLO!
Popular Front for the Liberation of Palestine
December 11, 2011
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