Le Zone Umanitarie: una esperienza di affermazione dei diritti

La Commissione interecclesiale Justicia y Paz della Colombia nasce intorno alla metà degli anni ’90 come organismo di difesa dei diritti umani, con l’obiettivo di denunciare, di fronte all’opinione pubblica ed alle istituzioni giudiziarie nazionali  e internazionali, i crimini commessi dalla stato colombiano, attraverso l’esercito e i paramilitari, contro la popolazione civile ed ogni espressione di opposizione, chiedendo la punizione dei colpevoli e il riconoscimento e il risarcimento delle vittime. In particolare una politica pianificata di minacce, sparizioni e massacri ha prodotto lo sfollamento forzato di decine di migliaia di contadini dalle loro terre, consegnate a grandi imprese colombiane ed estere per lo sfruttamento delle risorse naturali (petrolio, acqua, legname) e per la coltivazione estensiva, soprattutto di palma africana o da olio. Dal 2000 Justicia y Paz svolge un ruolo di accompagnamento e protezione di quelle comunità contadine, indigene e afrodiscendenti che hanno deciso di riprendersi le proprie terre o di resistere ai tentativi di sfollamento, dando vita a Zone Umanitarie organizzate, al loro interno, su criteri alternativi per quanto riguarda i processi decisionali e partecipativi, le forme della produzione, le strutture e i contenuti educativi e sanitari.  

La Palma e il Paramilitatrismo

Dall’ottobre 1996 fino ad oggi, nei Territori Collettivi del Curvaradó e Jiguamiandó[1], si sono verificati 113 crimini: assassini, sparizioni e 15 sfollamenti forzati. Lo sgombero violento di afrocolombiani e meticci dalle terre di loro proprietà, legalmente riconosciuta dal governo, per opera di strutture paramilitari con l’appoggio, la tolleranza e l’assenso della Brigata 17 dell’esercito, ha coinciso con la semina illegale di palma da olio da parte di imprese come Urapalma, Palmato, Palmura, Agropalma, ecc.

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IL MARKETING UMANITARIO

di

Mauro Bulgarelli e Umberto Zona autori del recente “ Mercenari. Il business della guerra” dal quale è ripreso il capitolo pubblicato

 

In una "guerra umanitaria", è intuitivo, devono risultare di importanza strategica le motivazioni "morali" che starebbero alla radice della scelta militare. I disagi, le distruzioni, le tragedie umane e sociali di intere popolazioni possono, dunque, essere la chiave utile a giustificare l’azione: possono, insomma, opportunamente comunicate, essere la leva che aiuta a creare il consenso intorno agli "eserciti liberatori". Anche nelle guerre di cui abbiamo appena parlato, il trattamento riservato alle popolazioni "soccorse" è stato sistematicamente incentrato sulla spettacolarizzazione della sofferenza, sulla sottolineatura della condizione di "vittime bisognose" dei gruppi etnici o sociali sui quali l’intervento umanitario si incentrava. Una tecnica che, nel descrivere una realtà distorta funzionale all’obiettivo di giustificare l’intervento, lede profondamente la dignità di quelle persone che, oltre a vivere il dramma della guerra e della perdita di beni e affetti, si ritrovano ridotti, nell’immaginario collettivo, al ruolo di "mendicanti". Continue reading “IL MARKETING UMANITARIO”

Intervista a Rubelia della zona umanitaria CIVIPAZ – Meta, Colombia

Intervista a Rubelia integrante della comunità in resistenza civile CIVIPAZ del dipartimento del Meta, appoggiata dalla Commissione interecclesiale Justicia y Paz – realizzata in agosto 2007 durante la permanenza delle Brigaste di solidarietà e per la pace nelle zone Umanitarie del Meta e del Chocò

 La mia vita, come traiettoria personale, è stata un tragedia tutta la vita. Ho subito, con la mia famiglia, il primo despalazamiento all’età di 5 anni.La mia famiglia era originaria della regione del Huila ed era una famiglia Liberale.Mio padre non volle cedere alle minacce dei Conservatori, forti negli "anni della violenza", ed essi non solo cercarono di ucciderlo ma avrebbero ucciso tutta la famiglia come erano soliti operare. Un giorno mio padre venne avvisato da un conoscente di ciò che si stava preparando contro di noi; erano le 21.00 della sera e dopo poche ore, alle 5.00 di mattina, partimmo, abbandonando la casa e tutto. Portammo con noi solo due cavalli, pochi vestiti e il mangiare necessario ad affrontare i due giorni di viaggio che ci aspettavano. Continue reading “Intervista a Rubelia della zona umanitaria CIVIPAZ – Meta, Colombia”

Curvaradò agosto 2007 in lotta per la riappropriazione

DeVer 386 De la Siega de la palma a la Siembra

12 días, en medio de amenazas de operaciones de las "Aguilas Negras", en  medio de amenazas de muerte a los afrocolombianos y a los gringos, en medio de la intensificación de las actuaciones empresariales con la extracción del fruto los afrocolombianos y mestizos, iniciaron la preparación de la tierra para la siembra, aunque aún esperan la restitución de la propiedad individual y colectiva de las tierras que han habitado ancestralmente desde hace más de 120 años. Y que desde hace 10 en desarrollo de operaciones paramilitares, les fueron usurpadas y ocupadas ilegalmente para ser sembradas en palma de aceite.

Todas las cosas tienen su tiempo, dice la sabiduría de una tradición, ese tiempo de 12 días en el Curvaradó fue el tiempo de la siega.

No estaba nada calculado. Lo único que fluía en los cuerpos era la inspiración que nace de la memoria. El deseo, la utopía del corazón, el amor por lo propio, por la dignidad lacerada, la pasión por la  propia tierra arrebatada, el recuerdo de lo perdido, de lo destruido, la experiencia de versen burlados por la justicia penal. Ellas y ellos, de diversas edades con los brazos dispuestos al azadón, al hacha, a los espontáneos abrazos. Ellas y ellos con el  rostro expuesto al sol, a la mirada vigilante, al llanto y al horizonte. Continue reading “Curvaradò agosto 2007 in lotta per la riappropriazione”

Curvaradò agosto 2007 il taglio della palma e la semina

DeVer 382 – La siega de la palma COSECHANDO DE LA MEMORIA

Comisión Etica en el Curvaradó. Ante la palma de muerte: la siega y la siembra

La Comisión Etica de la Memoria se desplazó al Curvaradó, luego de compartir una noche de ritual con el Pueblo Kankuamo y de participar en el Encuentro de Víctimas de Organizaciones Sociales. En medio del desierto verde de la palma en el Bajo Atrato, Chocó, sembrado sobre impunidad e ilegalidad, sobre crimen y corrupción, allá en el Curvaradó en la propiedad de la Familia RENTERIA en Cetino y la propiedad de la familia PETRO empezaron el tiempo de la ciega y el tiempo de la siembra.

La Comisión Ética de la Memoria en Crímenes de Lesa Humanidad además de recolectar y documentar la memoria colectiva de comunidades afectadas por la violencia institucional, ha acompañado en terreno la propuesta de afirmación de dignificación de las comunidades, en este caso respecto, a las tierras apropiadas ilegalmente por los paramilitares. Continue reading “Curvaradò agosto 2007 il taglio della palma e la semina”

Intervista al Comitato delle donne di nuevo horizonte

Intervista a Miriam, Maritza e Tania, tre compagne del comitato delle donne della cooperativa Nuevo Horizonte

Riportiamo una piccola intervista ad alcune compagne per conoscere meglio l’attività e l’organizzazione della cooperativa. Questo incontro insieme a tanti altri, ci ha permesso di approfondire e capire il ruolo di Nuevo Horizonte come modello di autogestione da esportare. La presenza e l’impegno di un comitato delle donne è tuttora uno degli elementi fondamentali che hanno reso possibile non solo lo sviluppo della cooperativa in tutti i suoi settori di produzione e di organizzazione, ma anche la realizzazione di iniziative di solidarietà e assistenza alle donne di altre comunità. Nonostante i gravi problemi che si sono presentati dopo gli accordi di pace e la loro mancata attuazione, grazie alla loro formazione e al modello di gestione come ex-guerrigliere sono riuscite a raggiungere un livello di vita notevolmente superiore alla media del Guatemala. Attraverso queste tre testimonianze abbiamo cercato di ripercorrere la storia di molte donne, che hanno deciso di avere un ruolo determinante e di dare un contributo significativo alla lotta per il cambiamento della società. Continue reading “Intervista al Comitato delle donne di nuevo horizonte”

Intervista a Rony

INTERVISTA A "RONY" (EUCEBIO FIGUEROA) ex CAPITANO GUERRIGLIERO DELLE FAR, E PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA AGRICOLA INTEGRALE "NUEVO HORIZONTE".

L’intervista di "Rony" –un capitano guerrigliero di origine contadina che ha militato nelle Forze Armate Ribelli operanti nel Petén- ha un valore paradigmatico in relazione agli obiettivi assunti dal documentario. Per questo la riportiamo integralmente e quasi letteralmente come si può leggere dal tono "parlato" che si è mantenuto dalla registrazione.

"Rony" –così continua oggi ad essere chiamato dai suoi amici e compagni di lavoro- ha attualmente 38 anni ed è presidente della Cooperativa Agricola Integrale "Nuevo Horizonte", la cui storia riportiamo in Appendice 1 essendo anch’essa indicativa di come siano stati concretamente disattesi gli Accordi di Pace.

La Cooperativa si trova ubicata vicino al piccolo villaggio di Santa Ana Vieja, nel Petén.

I suoi soci – donne ed uomini con i quali viene proposta per la prossima estate un’esperienza comune di scambio e di lavoro che vogliamo rendere pubblica anche attraverso questo spazio (vedi Appendice 2)- sono quasi tutti ex guerriglieri delle FAR. Continue reading “Intervista a Rony”

Il nostro percorso internazionalista con l’America latina

I. PERCHÉ AMERICA LATINA: la ribellione di un Continente contro il neoliberismo.

Prima di entrare nel merito va brevemente precisata l’importanza, il peso rivoluzionario, che stanno riconfermando oggi i movimenti popolari di base meso e sud americani nella lotta sia, in generale, contro il capitalismo che, in particolare, contro l’imperialismo degli Stati Uniti.Si è parlato di riconferma, poiché  da più di trenta anni  le sub regioni del Continente Latinoamericano (Area Andina, Chiapas, Centro America, Cono Sud e così via sino alla sua saturazione geografica)  sono state di volta in volta protagoniste di lotte che le hanno viste nella prima linea dei fronti anticapitalisti ed antimperialisti; lotte che, nella quasi totalità, si sono sostanziate attraverso la forma armata e nel relativo, associato, modello di direzione.  Continue reading “Il nostro percorso internazionalista con l’America latina”

MANIFESTO DELLA COOPERAZIONE ANTAGONISTA

º PERCHÉ MANIFESTO.

I "Manifesti", indipendentemente dalla loro specifica valenza, vedono in generale la luce nell’intento di mettere ordine nelle idee e nella attività politica di un numero di persone, in generale non astronomico, che individuando ed analizzando una contraddizione non risolubile nella realtà sociale -meno o più generale, meno o più complessa- che le vede attori, vogliono rendere pubblico e patente come tale contraddizione pretendono di superare; rompendo, necessariamente, con la prassi che l’ha generata e con la teoria che la giustifica.

I "Manifesti" fissano i loro fondamenti in categorie teoriche di interpretazione, dalle quali sviluppano riflessioni, indicazioni e proposte ritenute sufficienti e funzionali per indicare la direzione di superamento della contraddizione individuata. Continue reading “MANIFESTO DELLA COOPERAZIONE ANTAGONISTA”

Discussione con Roberto Martino del Movimiento Piquetero Teresa Rodrìguez – 2005

Argentina: resistenza al neoliberismo e costruzione del contropotere nell’esperienza del Movimento Teresa Rodriguez 

La  situazione politica argentina e latinoamericana, le caratteristiche del movimento piquetero, la tattica e la strategia del Movimiento Teresa Rodriguez

Caratteristiche e sviluppi dei movimenti piqueteros 

A circa quattro anni dalla rivolta del 2001, la situazione del movimento piquetero, che di quella rivolta fu il protagonista, si è trasformata. Alcune componenti organizzate del movimento dei lavoratori disoccupati, infatti, si sono dissolte o sono state cooptate e assorbite dai partiti e dallo stato. E precisamente quelle realtà nate in modo spontaneo, senza avere alle spalle precedenti  esperienze politiche o sindacali, e collocatesi al di fuori del quadro politico e teorico del marxismo.Una particolare area del movimento, quella che fa riferimento all’approccio teorico di Toni Negri e che ha avuto, per una certa fase, una significativa capacità di espansione, si è oggi anch’essa quasi dissolta, rinunciando di fatto a fare politica e riducendosi a ristretti gruppi di studio. Questo anche perché aveva teorizzato e praticato forme di “assemblearismo assoluto”, che nella pratica si sono trasformate in un mascherato, ma estremamente accentuato, verticismo. Continue reading “Discussione con Roberto Martino del Movimiento Piquetero Teresa Rodrìguez – 2005”