DICHIARAZIONE IN SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI PALESTINESI NEL CAMPO PROFUGHI DI YARMOUK

DICHIARAZIONE DI YARMOUK”

 

La poca numerosità della nostra presenza -estremamente ridotta per la conosciuta mancanza di risorse che la crisi capitalista ha rovesciato sulle classi subalterne- è positivamente contrastata dalla forte e cosciente volontà di solidarietà e di appoggio nei vostri confronti, di cui siamo fisicamente i portatori, da parte di tante realtà italiane e sudamericane firmatarie della presente “Dichiarazione di Yarmouk”, il Campo Profughi Palestinese che ci accolse con fraternità nel settembre del 2010.

Vogliamo darvi conto di tre forti cause che ci hanno portato qui, le quali, però, esprimono o sottendono tutte una comune volontà e necessità di iniziare un percorso di solidarietà materiale e politica con VOI.

Percorso, che, rimettendo in essere un internazionalismo di base  sempre presente tra i popoli, ci permetta al tempo stesso di mobilitare nelle nostre realtà le parti più coscienti delle masse lavoratrici, per contribuire a fermare e respingere la tempesta che- ora scatenata sulla Siria- finirà per dirigersi inevitabilmente anche sulle nostre terre.

Una prima causa della nostra presenza sta nel voler fissare chiaramente che il massacro di persone innocenti per la ripartizione della ricchezza mondiale non deve esser fatto “in nostro nome”: il silenzio che i nostri governi borghesi ci vorrebbero imporre non può essere scambiato per assenso. Vogliamo inoltre sviluppare una Campagna di aiuti materiali per lo stesso Campo di Yarmouk, simbolo di tripla valenza del martirio inflitto al popolo palestinese dall’imperialismo statunitense, dal sionismo e dalle forze reazionarie e oscurantiste dell’area. Per questo riteniamo necessario lo sviluppo coordinato di iniziative permanenti di:

–  denuncia, rigetto e contrasto delle illegali e criminali politiche estere che i governi occidentali -direttamente attraverso il loro braccio armato, la NATO, e indirettamente attraverso le loro strutture di cosiddetta sicurezza- praticano ormai da molti anni e che semplicemente coincidono con ingiustificabili aggressioni armate contro popoli, colpevoli solo di vivere in aree ricche di risorse naturali e/o  di volere conservare le loro identità e dignità nazionali senza totalmente piegarsi alle necessità delle forze imperialiste e di quelle sioniste o di essere gettate nell’inferno generato dalle forze reazionarie e oscurantiste;

– smascheramento dell’attuale guerra di brigantaggio e di ripartizione neocoloniale in atto contro la Siria. Aggressione visibilmente esterna e contrastata dalla quasi totalità del suo popolo che sta difendendo coraggiosamente ed a costi molti alti la sua dignità nazionale ed al quale va, naturalmente, la nostra totale solidarietà. Anche per la Siria, la criminale volontà imperialista di farvi nascere, sviluppare ed appoggiare una guerra civile si è concretizzata attraverso il solito copione politico-militare, povero di fantasia ma ricco di menzogne,  già utilizzato in Jugoslavia, in Afghanistan, in Iraq, in Libia.

Una seconda causa della nostra presenza sta nell’iniziare, proprio ora, a condividere sintesi politiche necessarie alle lotte per la nostra emancipazione di classe, di lavoratori. La crisi che attualmente scuote le fondamenta del modo di produzione e distribuzione del capitalismo e che sta spingendo le potenze imperialiste ad una nuova ripartizione del mondo, è naturalmente scaricata sulle nostre vite e qui, in Siria, se ne vedono con enorme dolore le sanguinose, mortali conseguenze. Ma anche da noi, specie in Italia seppure su di un piano assolutamente non comparabile, le sofferenze di coloro che vendono la propria forza lavoro per poter sopravvivere sono ormai pesantemente presenti e visibili. Le tensioni sociali e le difficoltà della classe dirigente a dare soluzioni economiche e politiche sono pareggiate qui in Italia sia dall’assenza di un riferimento organizzato capace di guidare le lotte delle masse popolari sia pregiudizio radicato ottenuto da decenni di incontrastata egemonia neoliberista, sulla impossibilità di alternativa al modello capitalista. È esattamente in uno scenario di questo tipo che:

1. la borghesia, progetta e pianifica una serie di radicali interventi nei quali mantiene un posto importante la creazione di una base di massa razzista, sciovinista, organizzata paramilitarmente da usare come forza d’urto contro la classe operaia e le possibili sue avanguardie in coagulazione;

2. il fascismo, nelle sue variegate articolazioni, assume a livello nazionale un linguaggio populista, “antisistema”, rispolvera le sue impotenti velleità socializzanti e dichiara a livello internazionale, la sua “antiamericanità”, il suo antisionismo e dà voce a dichiarazioni di solidarietà a nazioni sotto attacco occidentale come l’Iran, la Siria e la Corea del Nord. Utilizzando queste ambigue posizioni di sola forma, persegue l’obiettivo di infiltrarsi, in questo momento di estrema debolezza e grande confusione, nella base popolare proponendosi in parte in maniera cosciente e in parte “istintiva” come “stato maggiore” della costituenda forza d’urto a carico politico della borghesia.

 

Su questi due punti si incerniera l’interdipendenza della vostra lotta con la nostra. La vostra sconfitta, la sconfitta del popolo siriano, ovvero l’essere ingoiati nell’inferno generato dalle forze reazionarie e oscurantiste dell’area, porterebbe nel nostro paese, e non solo nel nostro:

3. al “rilascio” di uno sciame di terroristi operativi (nel senso di essere attori di un uso indiscriminato del terrorismo di massa), che genererebbe senza molta difficoltà una isterica campagna mediatica per la sicurezza da ottenere ad un qualunque prezzo.

E questo prezzo, stabilito dall’unico soggetto in grado di fondere ed utilizzare i su indicati tre punti, ovvero il capitale finanziario globalizzato, sarebbe nient’altro che l’inserimento, per il governo del nostro paese, di una nuova forma fascista di Stato adeguata a garantire una repressione ed uno sfruttamento senza regole né limiti delle masse popolari e della classe operaia.

Ecco perché è importante da parte di noi tutti valutare con esattezza il nemico e concentrarsi sulla individuazione dei passaggi che sinergizzano le sue azioni. Coordinarsi per sbarrare questi passaggi significa, in questa fase, anche dare battaglia alle forme di fascismo: si chiamino in Italia Avanguardia Nazionale, Terza Posizione, Casapound Italia, Rosso-bruni, Forza Nuova; siano da voi espressione delle forze oscurantiste e reazionarie.

Il fascismo non e è mai stato, non è e non sarà la soluzione emancipatrice per gli sfruttati.  È solo uno degli efficaci strumenti della dittatura di classe delle varie borghesie: la Storia lo ha dimostrato, lo sanno direttamente i Partigiani italiani che hanno sottoscritto questa dichiarazione, lo sappiamo noi tutti attraverso l’esperienza delle nostre lotte.

Una terza causa della nostra presenza sta nella volontà di discutere la necessità e la maniera di definire e sviluppare tra noi scambi e relazioni che concorrano a rimettere al centro obiettivi e strumenti adeguati per la nostra emancipazione di classi subalterne, avendo sempre presente la interdipendenza tra specificità nazionale e contesto internazionale. Come comunisti, e portatori di estremo rispetto e di unità con tutte le forze popolari organizzate sulla base dell’anticapitalismo e dell’antimperialismo, sosteniamo che sia matura l’assunzione di un appello per riprendere i punti fondanti dell’internazionalismo proletario, che assumerà, più che nel passato per gli evidenti effetti della globalizzazione dei rapporti di forza esistenti, una funzione imprescindibile.

 

Firme dei Partigiani italiani, Collettivi, Movimenti, Coordinamenti:

 

MARCELLO CITANO – Partigiano “SUGO” della 22 bis Brigata d’Assalto Garibaldi “Vittorio Sinigaglia”

Coordinamento comunista toscano

Brisop

Cellula comunista rivoluzionaria

Coordinadora Guevarista Internacionalista

Rivista comunista Nuova Unità

Comitato comunista “Fosco Dinucci”-Firenze

Circolo “Partigiani sempre”- Tristano Zekanowsky- Viareggio

Centro di documentazione “Gino Menconi”-Massa

Collettivo “Noi saremo tutto”- Genova

Area città futura del P.R.C. di Pisa

Comitato “Ricordare la Nakba”- Viareggio

Frente accion revolucionaria- Argentina

Movimiento revolucionario oriental- Uruguay