PISTOIA: “QUESTO PROCESSO NON S’HA DA FARE!”

L’11 ottobre del 2009 la formazione di estrema destra CasaPound  di
Pistoia e la Questura della stessa città, intercettavano, ognuno
chiaramente con metodi suoi, un incontro organizzato dalla Brigate di
Solidarietà e per la Pace aperto a tutti gli antifascisti, avente come
obiettivo l’organizzazione del contrasto sul territorio allo
spiegamento delle cosiddette “ronde”, strumento paramilitare reso
legittimo (questo era ed è) da una legge approvata del Parlamento
dello Stato italiano. Gli organizzatori dell’incontro, a seguito della
denuncia di danneggiamenti alla loro sede avvenuta contestualmente
all’incontro stesso, venivano prelevati, trattenuti in questura per
dodici ore senza nessuna prova o accusa e ad alcuni di loro veniva
notificato lo stato di arresto. Dopo una fase di permanenza ai
domiciliari, molti di loro sono stati assolti, ma l’11 luglio 2012 ci
sarà uno stralcio (udienza tecnica di smistamento, in realtà) in cui
verranno nuovamente chiamati a giudizio gli antifascisti.

Come riflessione critica pensiamo necessario sottolineare che il non
avere compreso come l’emergenza politica prodotta dalla crisi
capitalista (2007) richiedesse una reazione immediata contro i
conseguenti tentativi di fascistizzazione dello Stato -per rafforzare
ed implementare contemporaneamente il rigetto popolare epidermicamente
mostrato a questa misura che ricordava la nascita delle squadracce
fasciste degli anni ’20 (mai legalizzate, tra l’altro)- vada letta
come una misura del complessivo ritardo nel quale ci trovavamo e ci
troviamo.
A dare la percezione concreta, purtroppo, di questo ritardo, ci ha
pensato “Casapound” di Pistoia mediante un suo ideologo, il Casseri,
autore materiale della strage fascista contro i lavoratori senegalesi
del dicembre 2011. Per comprendere la pericolosità
dell’organizzazione Casapound è sufficiente, in questo contesto, solo
enucleare due  sue convinte assunzioni  che fondendo il passato con il
presente lo autodichiarano erede attivo di quel fascismo assassino,
torturatore e fuori legge che operò come vassallo del nazismo sotto la
cosiddetta “Repubblica Sociale Italiana” di cui, non è il caso di
dimenticarlo, Ezra Pound fu un convinto sostenitore.  Le due
assunzioni cui ci riferivamo, pubblicamente sostenute da “Casapound”,
e che vogliamo qui citare in quanto particolarmente esemplificative,
riguardano:
– la rivendicazione storica del criminale e vigliacco compito dei
franchi tiratori “repubblichini” settari uomini di Pavolini da lui
lasciati a Firenze per seminare terrore e morte contro l’inerme
popolazione della città- indicati da “come esempio e riferimento per
la gioventù italiana”;
– la rivendicazione di rappresentare e soprattutto la volontà di
organizzare, confermate le identità ideologiche e di azione con la
“Repubblica di Salò”, i “fascisti del III° Millennio”. L’applicazione
a “Casapound” della XII Disposizione Transitoria e Finale della
Costituzione Italiana che enuncia: “È vietata la riorganizzazione,
sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”, è dunque
assolutamente pertinente ed essa va dunque DISCIOLTA (“CHIUSA”). Se le
realtà assassine fasciste come “Casapound” devono e possono essere
chiuse, la presenza strutturale del fascismo in Italia ed in Europa
-nonostante i crimini storici da esso perpetrati contro l’umanità,
nonostante l’annientamento, in parte a ciò conseguente, delle sue
forze militari- come riferimento ideologico e politico consistente ed
aggressivo, pone certamente problemi di scala diversa, non risolubili
attraverso le sole Costituzioni ed i Codici penali che da essa
derivano o dovrebbero derivare. Questi problemi di scala superiore
sono essenzialmente, ma non unicamente, legati a due cause
apparentemente distinte.  La prima causa altro non è che il sistema
capitalista. Il capitalismo, dalla sua fase imperialista in poi,
produce costantemente “fascismo” cioè dà massa ad un volano
politico-paramilitare che le classi dirigenti di vari paesi hanno
utilizzato e utilizzano nei loro periodi di crisi delegandogli la
gestione della macchina della Stato. Il superamento reale del fascismo
è quindi subordinato ad una battaglia più ampia. La seconda causa
altro non è che il revisionismo storico praticato apertamente dagli
ultimi anni dell’ottanta dalla “sinistra democratica” nella sua
scommessa di “pacificazione nazionale” per il ricompattamento politico
ed ideologico di quella borghesia italiana della quale, nella sua
“vocazione di governo”, si sente ormai di far parte. Da qui inizia
dunque tutto il percorso di cancellazione della memoria di classe,
senza il quale non sarebbe stata possibile la strumentalizzazione
delle “foibe”, la possibilità di commemorare i “repubblichini”, la
“beatificazione” dei fascisti come “nuovi martiri dell’italianità”, la
sopportazione di un nazionalismo guerrafondaio ed imperialista, anche
questo violatore della Costituzione.
VA SVILUPPATA unitariamente una “battaglia delle idee”!
Come abbiamo prima argomentato, la decisione strategica di assumere
irreversibilmente la collaborazione di classe da parte della “sinistra
democratica”, è stato un fattore imprescindibile per la penetrazione
ed il rafforzamento della opzione fascista nelle stesse classi
subalterne. È quindi elementare come anche per chiudere “Casapound”
non basti chiedere, pur nel contesto nel quale nasce il presente
appello, la necessaria ed immediata applicazione della Costituzione.
Occorre cioè, contemporaneamente, sviluppare da subito e sul
territorio, ovunque sia possibile, una “battaglia delle idee” il cui
inizio necessariamente coincide con il recupero della memoria di
classe, dell’essere classe. La Resistenza al fascismo di una parte
consistente delle masse popolari italiane ed europee, che attraverso
di essa vedevano la possibilità del superamento del capitalismo,
rimane un grande insegnamento. La Resistenza dimostra come la lotta
della classe operaia per l’emancipazione politica ed economica delle
classi subalterne non abbia nessuna parentela col terrorismo e sia
semplicemente un diritto. Sulla sviluppo di questa “battaglia” ci
troviamo totalmente d’accordo ed assicuriamo il nostro impegno per
contribuire alla definizione dei contenuti e alla partecipazione
diretta.
La strage perpetrata a Firenze da un militante di estrema destra,
frequentatore di Casapound di Pistoia, ci conferma la necessità di
trasformare i processi contro gli antifascisti in altrettanti processi
contro il “fascismo del secolo XXI”. Non possiamo non assumere che il
fascismo è illegale e va combattuto in ogni sua manifestazione e
giustificazione.
BRIGATE DI SOLIDARIETA’ E PER LA PACE-TOSCANA
NELLA COORDINADORA GUEVARISTA